lunedì 25 febbraio 2013

Caritas in Veritate

Possiamo trovare molti spunti di riflessione riguardo al tema del post precedente anche nell'enciclica di Papa Benedetto XVI, intitolata Caritas in Veritate (CV), come suggeritomi da Francesco.
Il tema centrale dell'enciclica è lo sviluppo dei popoli, che deve essere inteso non come puro sviluppo economico, bensì come progresso sociale, dell'uomo e dell'umanità intera.
Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace propone una bella presentazione dell'enciclica. Nel seguito riassumo i punti che trovo maggiormente interessanti.

Un punto importante riguarda lo sviluppo umano e il suo legame con la globalizzazione. In particolare, il processo di globalizzazione va studiato in modo molto approfondito perchè già in atto, ma secondo le regole del puro interesse economico e non quelle della carità e della verità.
I prerequisiti per lo sviluppo umano sono: la libertà delle persone e dei popoli; la capacità delle persone di assumersi concretamente le proprie responsabilità. Da qui segue il principio di sussidiarietà: "una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune" (Centesimus Annus, n. 48).
Si può allora enunciare quella che è la regola aurea dello sviluppo: "la verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l'uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo" (CV, n. 18).

A questo punto Benedetto XVI introduce la globalizzazione, definendola come interdipendenza di tutte le persone e di tutte le attività dei popoli nel mondo, ma questo nuovo ingrediente comporta nuovi problemi: tutte le persone sono consapevoli e protagoniste di queste relazioni, o alcune sono solo "oggetto"? C'è un governo democratico, partecipativo, comunitario della globalizzazione o questa è lasciata ad un incontrollato gioco di forze autoreferenziali? L'ampliamento del raggio di azione delle forze economiche implica necessariamente una maggiore responsabilità e forza decisionale della politica: non possono essere i soli interessi economici a stabilire le regole del mercato.
La globalizzazione risponde al criterio di verità solo se soddisfa due precise condizioni: primo, se si fonda sulla dignità della persona e sull'unità della famiglia umana; secondo, se favorisce lo sviluppo umano e la realizzazione del bene comune.

"La sfera economica non è né eticamente neutrale, né di sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene all'attività dell'uomo e, proprio perchè umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente" (CV, n. 36). L'economia non può pertanto ridursi alla logica contrattualistica, che è semplice contabilità dei profitti e delle perdite, ma deve tener conto della logica politica della giusta distribuzione delle risorse e della logica della gratuità: "l'economia globalizzata sembra privilegiare la prima logica, quella dello scambio contrattuale, ma direttamente o indirettamente dimostra di avere bisogno anche delle altre due, la logica politica e la logica del dono senza contropartita" (CV, n. 37).

Non ci si può nascondere dietro affermazioni quali: "queste sono le leggi del mercato", oppure "così vanno le cose". L'uomo deve riprendere su di sé il governo dei fatti economici.

L'economia globale può sopravvivere solo se cambia direzione: il fine non può essere esclusivamente il profitto, deve essere il bene comune. Il principio di gratuità è sufficiente a fondare un'economia efficace e rispettosa del progresso umano.

5 commenti:

  1. Ma anche:

    "Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della responsabilità umana." (n°17)

    "...è . Questa fraternità, gli uomini potranno mai ottenerla da soli? La società sempre più globalizzata ci rende effettivamente vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione da sola è in grado di cogliere l'uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo del Figlio che cosa sia la carità fraterna." (n°19)

    "...è un fatto che si và sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, che devono comunque salvaguardarsi, ma inoltre deve farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: ..." "Giovanni Paolo II avvertiva che investire ha sempre un significato morale, oltre che economico. Tutto questo, và ribadito, è valido anche oggi, nonostante che il mercato dei capitalisti sia stato fortemente liberalizzato e le moderne mentalità tecnologiche possano indurre a pensare che investire sia solo un fatto tecnico e non anche umano ed etico." (n°40)

    "Talvolta nei riguardi della globalizzazione si notano atteggiamenti fatalistici, come se le dinamiche in atto fossero prodotte da anonime forze impersonali e da strutture indipendenti dalla volontà umana. ...essa è costituita da persone e da popoli a cui quel processo deve essere di utilità e di sviluppo, grazie all'assunzione da parte tanto dei singoli quanto della collettività delle rispettive responsabilità. ... Occorre quindi impegnarsi incessantemente per favorire un orientamento culturale personalista e comunitario, aperto alla trascendenza, del processo di integrazione planetaria." (n°42)

    "...è importante sollecitare una nuova riflessione su come i diritti presuppongono doveri senza i quali si trasformano in arbitrio. Si assiste oggi ad una pesante contraddizione. Mentre, per un verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario, con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture pubbliche, per l'altro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dell'umanità. ... L'esasperazione dei diritti sfocia nella dimenticanza dei doveri. ... La condivisione dei doveri reciproci mobilita assai più della sola rivendicazione dei diritti." (n°43)

    "La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.(Lettera ai Romani 12,9-10)" (n°79)

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  3. Personalmente mi piace sottolineare, quanto nei pensieri soprariportati, si voglia sottolineare la responsabilità e i doveri di ciscuno. Mai viene menzionato il fatto che abbia utilità la semplice protesta (invocando rispetto di diritti), per esempio a multinazionali, ma invece quanta importanza viene data ai doveri del singolo, di noi soggetti dello sviluppo.
    E' poi da notare (ed è deludente) quanto le ottime cose fatte da un uomo vengano "pubblicizzate ai più" (parlo del fatto che ora si sente parlare dell'Enciclica addirittura anche in tv in alcuni talk show) solo quando questo lasci l'incarico o lasci la Terra.
    A gruppo quando abbiamo fatto conoscere agli animati questi pensieri di papa Benedetto XVI, personalmente ho colto, nel loro successivo silenzio, un chè di sorpresa, come a dire "ma il papa non vive sulle nuvole, non parla solo di cose campate in aria, sono vicini a noi questi pensieri, sono tremendamente attuali in questo periodo storico."
    Mi domando io, ma questi pensieri (se non gli scritti interi e sicuramente non solo quelli che ora noi abbiamo ricordato e sicuramente anche di altri autori) non dovrebbero far parte dei programmi scolastici di materie quali Filosofia o Religione alle scuole superiori? Mi sembra che siano super partes della singola religione di riferimento, sono rivolti all'intera civiltà, non mi sembra ricadano nello scontro crocifisso sì/no in classe e quindi di "offendere" chi professa altra religione. No?

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    1. Se posso fare l'avvocato del diavolo, vorrei dire una cosa riguardo al papa e alle nuvole. Naturalmente i suoi scritti e questa enciclica in particolare sono molto attuali ed esprimono in modo cristallino una serie di concetti fondamentali per un cambiamento radicale del modello di sviluppo delle nostre società. Però, obiettivamente, l'impressione che un esterno può avere del papa (e di certi apparati ecclesiali) è che "predica bene e razzola male". Lo so, non giudicate se non volete essere giudicati! E i rappresentanti della chiesa sono uomini, non angeli o chissà che creature soprannaturali, quindi fallibili. Quello che voglio dire è che secondo me il dubbio è del tutto legittimo, e il fatto che qualcuno lo sollevi può essere molto utile per sanare certe situazioni in palese contraddizione col messaggio originale del vangelo.

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    2. Ma io non volevo fare l'avvocato dei santi :)
      Siamo d'accordo.
      Ma certe cose vanno fatte notare di più affinchè non servano tanti avvocati. Se non altro a gruppo ha funzionato.

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