sabato 16 novembre 2013

Mission accomplished

Scrivo questo breve post per spedirvi dritti dritti alla pagina sulla Missione in Sierra Leone, perché dopo innumerevoli peripezie siamo riusciti anche quest'anno a fare quello che ci piace: sentire da Padre Giuliano quali sono le cose di cui hanno bisogno in missione, procurarcele da chi le produce di buona qualità e mandarle giù direttamente via container.

Ne approfitto per ringraziare a nome del M&C tutti quelli che ci hanno dato una mano, da chi ha prodotto materialmente le sedie a chi ha messo a disposizione tempo e mezzi per imballare e portare a destinazione la merce. A breve organizzeremo una cena, per ringraziare co un'ombra de quel bon tutte le parti in causa!

venerdì 1 novembre 2013

Razzismo, si grazie!

Sono certo dei due i tipi di reazione che potete aver avuto alla lettura di questo titolo: "Ma come si può permettere a certa gente di scrivere certe cose su un blog di così alti valori morali?! Dov'è finita la buona vecchia e sana censura? Che indecenza!!"; oppure: "Ooolà! Finalmente una persona che non si nasconde dietro false ipocrisie e dice la verità delle cose, neri, albanesi, marocchini fora da qua! Culattoni, o simili, fuori dalla città dei sani! Questi sono i veri fardelli sociali! E coglioni tutti quelli che dicono diversamente".
Ecco, forse era meglio dire "spero". Si, spero che queste siano le reazioni, che ci siano delle reazioni; anche se tutto mi fa immaginare che la reazione media alla lettura ciò sia stata un semplice: "ah, guarda te" ed un immediatamente successivo click per aprire qualche altra pagina indifferente. Si perchè sembra essere proprio questo l'epiteto più adatto a quello che si definisce uomo, indifferente.
Nessuno sgomento, nessuna passione, niente. Flaubert ha provato tutta la vita a scrivere un romanzo sul nulla, ma non avrebbe mai potuto farcela, per una semplice ragione: non era abbastanza colmo di vuoto come quelle persone che  accennano alla sofferenza per la morte del vicino (magari visto due volte) o di un ragazzo reso martire dai media, così da evitare qualsiasi azione con un alibì valido come il dolore. Non sto dicendo che la sofferenza sia sempre falsa, che non si abbia il diritto di provarla o che tutti dobbiamo agire per un bene supremo e maggioritario; sto solo cercando di dire che ci sono mali più grandi che noi stessi promuoviamo ogni giorno, ad esempio, sfruttando, indirettamente, i bambini costretti a produrre vestiti o quant altro possa soddisfare il nostro ego, o gettando nella pattumiera scarti di cibo; però ogni volta che facciamo cose del genere non proferiamo, con aria lievemente rattristata, un "poveretti" come facciamo invece quando il telegiornale ci racconta di un ragazzo ucciso da un proiettile sparato per noia, mentre faceva jogging; o quando un altro viene brutalmente aggredito dalla polizia per aver pronunciato "qualche parola di troppo".
Ma no! Non sto parlando del male insito nella società moderna o di massa, non è un articolo no global o di riarsa sessantottina! L' indifferenza credo possa essere considerato un attributo sociale da sempre, o per lo meno da quando l'uomo esiste. 
Questo è il razzismo di cui parlavo, non di neri, gialli o mori; non di gay, trans o eterosessuali; è proprio l'uomo, in special modo quello bianco (forse per condizioni storiche, sicuramente non genetiche), a disgustarmi. La stessa razza che con la romanità ha sottomesso violentemente tutto il mediterraneo, che con i conquistadores ha massacrato gli indios, che ha invaso la patria natìa degli indiani per creare L'America (stato simbolo della libertà, ha ha!); e che ora subisce una controondata, peraltro non violenta, di immigrazione, lamentandosi in ogni modo perchè la propria terra non dev'essere "invasa", perchè sotto sotto, anche inconsciamente, siamo tutti convinti di possedere veramente una terra e non che sia essa a possedere noi.
Vabbè, poco male, il passato, come dice il termine stesso, è passato. Ma il problema sta nel fatto che anche l'oggi sembra "passato" , solo sotto altre forme ed alle guerre sul campo si sono aggiunte quella in borsa che uccidono senza dover avere il coraggio di premere un grilletto in faccia alla vittima; per un po' di petrolio, per un po' di terra, per sottrarre alcuni anni di vita ad alcuni sperando così da aggiungerli alla speranza di vita d'altri.
"Ma che palle, te lo sei detto da solo, è un male atavico e per ciò va bene così, basta!" potete benissimo dire ciò e sarebbe anche giusto, se solo non fosse un'idea, completamente, sbagliata.
 Questa è la realtà! E la realtá, a differenza degli astratti problemi filosofici, cambia nel tempo, almeno dovrebbe. Il guaio è che fin'ora ne è cambiato solo il riproduttore, spostando il disco da un mezzo all'altro; forse con un formato nuovo, certo, ma pur sempre la stessa musica abbiamo ascoltato. 
Si suol dire che le persone cambino nel tempo, ed è vero, ma bisogna stare bene attenti alle parole, che trascuriamo troppo spesso. Il termine persona deriva dal latino (che a sua volta lo prende dal greco phersu) in cui non indica l'essere umano, bensì la maschera, il personaggio che un attore, impersonava di volta in volta sul palco di questo o quel teatro. "Eeeee adesso! Che divagazione puramente erudita! vergognati" mi rispondereste se foste qui con me; be' lo sarà anche, ma, più che gli esseri umani  a me sembra non sia cambiata altro che la maschera indossata da questi, senza preoccuparsi molto di quanto le ambizioni e bramosie di epuloni trimalchioni o Des Esseintes di turno (es. briatore) danneggino il mondo.
Perciò non siate ipocriti come me, e non andate ad aggiungere altro che un minuto di silenzio alla strage di naufraghi, o alle stragi chimiche che si consumano qui e li nel mondo; ci sono tante cose da fare per riempire questo silenzio universale ed unitemporale, tante opportunità: il gruppo missionario M&C, gente affamata per strada, ci sono imbroglioni da smascherare, ci sono io da mandare a fanculo...
In fin dei conti, basta molto... 
per avere molto. 

venerdì 27 settembre 2013

Le guerre dimenticate e l'oligarchia

Coltan. Immagine presa dal sito di amka ONLUS
Torniamo a parlare di guerre sporche, quelle volutamente dimenticate a causa, direttamente o indirettamente, di qualche grosso interesse economico (come sempre). Stavolta a colpirmi è stato l'articolo "Bambini, soldati e minatori, per la guerra del Coltan", nel quale l'autore cita numerosi conflitti in corso nel mondo, ma dimenticati dai media, i quali sono concentrati unicamente sulla questione siriana.
Il punto è, secondo l'autore, che delle altre guerre non se ne parla non per sbadataggine o distrazione, ma volutamente: le zone in guerra sono infatti ricche di preziose risorse minerarie, indispensabili ad esempio alla produzione di tutti i moderni dispositivi elettronici, motivo per cui gli oligarchi che lì fanno affari, spesso in maniera illecita, preferiscono tenere alla larga i giornalisti.

L'attenzione è rivolta in particolare al conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, la Guerra del Coltan. In questa regione dell'Africa si stima esserci l'80% delle risorse mondiali di questo minerale, dal quale si ricavano tantalio e niobio, metalli fondamentali per la moderna tecnologia: elettronica, medicina, industria aerospaziale. Ed è qui che da decenni le multinazionali concentrano i loro sforzi, alimentando un conflitto sanguinoso per poter approfittare del caos e comprare il coltan a prezzi bassi. Secondo un rapporto ONU risalente al 2003, quando l'estrazione di coltan in Congo forniva meno del 10% della produzione mondiale, dal 1998 la seconda guerra del Congo aveva già causato 5,4 milioni di morti, diventando il conflitto più grave dalla fine della seconda guerra mondiale (fonti: wiki e IRC). E le aziende tirate in ballo in questa brutta storia sono tante, a partire dalla Bayer. A dire il vero, ad essere tirati in ballo siamo tutti noi, che consumiamo beatamente i loro prodotti, senza chiederci quale storia ci sia dietro ad ogni singolo componente.

Insomma, si finisce sempre lì. Aziende enormi, di cui ormai non si sa nemmeno più chi è il proprietario, non si riesce a capire chi è il responsabile di quello che viene fatto. Organismi dotati di vita propria, che si espandono seguendo solo le loro regole, amorali. Gli uomini, che si compiacciono di farsi chiamare dirigenti e amministratori, sono ridotti a miseri servi di questi mostri giganteschi e applicano semplicemente le regole necessarie a farli vivere ed espandersi, le regole del mercato. Per cui se il coltan comprato dagli schiavisti e guerriglieri costa meno di quello estratto nel rispetto dei diritti umani, si compra quello, e chissenefrega, qualcun altro penserà a fare giustizia. Vanno massimizzati gli utili, sennò si muore schiacciati dalla concorrenza, perché se vuoi continuare a giocare devi adeguarti alle regole, non c'è scampo. Beh, non so a voi, ma a me questo gioco non piace un granché.

martedì 10 settembre 2013

Assemblea Missionaria Diocesana

    Domenica 22 settembre 2013 presso la parrocchia di Piavon di Oderzo

    Ci siamo. Anche quest'anno si avvicina l'ormai consueto appuntamento che raccoglie tutti i gruppi della diocesi attivi nell'ambito missionario. Un'importante occasione formativa per confrontarsi, riflettere e condividere, rivolta ad adulti e ragazzi.

    Saranno proposte delle testimonianze significative di missionari, religiosi e laici, che hanno operato in vari contesti culturali e quelle dei giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.

    L'incontro è aperto a tutti! Vi aspettiamo!

Di seguito la locandina dell'evento con il programma della giornata.



martedì 27 agosto 2013

Incontro con Padre Pini

Ciao a tutti e bentornati! Dopo lo stress del rientro dalle ferie, quale modo migliore per ricominciare le attività se non un incontro con don Giuliano Pini? Sabato 7 settembre (nel pomeriggio, l'orario è ancora da stabilire), a pochi giorni dal suo ritorno in Africa, si troverà a Conegliano per far visita ai vecchi amici di San Martino e passerà anche all'MdG, per raccontarci come va nelle missioni in Sierra Leone e per presentarci i nuovi progetti a cui possiamo contribuire con le offerte raccolte finora. Sarebbe bello infatti replicare quanto fatto l'anno scorso, inviando materiale alle scuole delle missioni, dato che anche quest'anno stanno preparando un container di aiuti che sarà spedito in autunno.
Mi raccomando, venite numerosi, invitate gli amici degli amici, che più gente c'è, più sarà interessante l'incontro!

A presto!


Aggiornamento (11 settembre):

Purtroppo l'incontro è saltato, in quanto don Giuliano non riesce a venire a Conegliano. Per via telefonica mi ha proposto un bel progetto, impegnativo ma interessante. Fisserei quindi il prossimo incontro M&C venerdì 13/09 alle 21 in parrocchia, così vi illustro questo progetto e ne discutiamo assieme. Se siamo tutti d'accordo lo comunico a don Giuliano, che ci farà poi sapere i dettagli tecnici.

martedì 30 luglio 2013

Arrivederci, padre Dino!


Cari amici,


purtroppo dobbiamo comunicarvi una triste notizia. E' mancato padre Dino De Zan, missionario camilliano a Bogotà (Colombia) da 43 anni. Originario di Osigo e laureato in medicina, aveva avviato un centro medico (http://scamilovirtual.blogspot.it/) in uno dei quartieri dell'estrema periferia della città e successivamente un centro per la formazione dei ragazzi di strada.
Vero uomo di Dio e della sua gente, abbiamo avuto il privilegio di incontrarlo anche noi nella nostra parrocchia, in una serata in cui ci ha raccontato la sua testimonianza. Lo ricordiamo attraverso un filmato e una lettera di Ezio Tonon, infermiere che ha condiviso con padre Dino tre anni in missione.
 In questo filmato, nella sezione da 5'20" a 10'50", lui stesso racconta e illustra la sua opera:
 

La lettera di Ezio:

Caro Dino,
questa è l’ultima lettera che ti scrivo. Il  mio animo è ancora sotto sopra per la tua improvvisa morte e la notte che ho lasciato alle spalle è stata insonne. Mi hanno appena chiamato dalla redazione del settimanale diocesano chiedendomi se scrivevo un articolo sulla tua persona.  I tempi della redazione sono sempre molto stretti.  In questo momento un fiume di ricordi sgorga dal mio animo. E’ un fiume placido, limpido e pieno di vita che non riuscirò mai a racchiudere in poche righe. Non scriverò un articolo sulla tua vita raccontando la tua straordinaria storia. A me più della storia in sé interessa il significato che ha avuto per me la tua storia. Poco più di tre anni vissuti accanto a te in Colombia hanno lasciato in me esperienze difficilmente traducibili in parole.  Caro Dino cosa raccontare di te?  Come raccontare il Dino prete, il Dino medico, il Dino direttore, il Dino amico, fratello e padre?  Chi ti ha incontrato ha fatto esperienza di cosa vuol dire essere accolti fin nei minimi particolari. Hai vissuto il vangelo con ogni fibra del tuo essere e con ogni cellula del tuo corpo. Per questo mi piacerebbe vedere la faccia che fai quando Gesù ti rivolgerà le seguenti parole: “Vieni benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te, perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere, ero straniero e mi hai accolto, nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato ero in carcere e sei venuto a trovarmi”. Sono sicuro che come tutti i giusti anche tu hai il difetto di non ricordare e inizierai a dire:”Ma quando ho fatto tutto questo?”  Allora ogni persona che ti ha incontrato ti rinfrescherà la memoria. Per l’amicizia che ci lega mi sento libero di iniziare subito. Mi ricordo quando di prima mattina andavi ad aprire le porte del centro medico accogliendo tutti coloro che erano in fila con una parola di saluto e consegnando loro il numero progressivo per accedere ai vari ambulatori. Subito dopo ti mettevi a visitare malati e a fare ecografie. Ti ricordi quella volta che abbiamo aiutato a partorire una donna in pieno prato?  Tu stavi lavorando ad una tubatura d’acqua che perdeva e hai mollato pala e piccone e ti sei inginocchiato sul prato a far nascere un bimbo che poi la mamma ha chiamato con il nome di Camillo. Quando siamo giunti al pronto soccorso con mamma e bambino perfettamente sani i tuoi colleghi medici hanno strabuzzato gli occhi nel vederti che calzavi ancora gli stivali da lavoro sporchi di fango.  Sì, c’ero anch’io Signore e posso dire che quando tu eri malato lui ti ha curato. E ora caro Dino non far finta di cadere dalle nuvole.  Non mi dire che ti sei scordato anche i viaggi fatti all’aeroporto internazionale di Bogotà a riempire il Jip all’inverosimile degli avanzi di cibo dei voli internazionali! Di quel cibo abbiamo fatto sporte settimanali per sfamare centinaia di persone. Da anni ti sei assunto anche la responsabilità di distribuire circa quattrocento pasti al giorno per i più poveri del quartiere grazie all’adesione che hai dato al programma governativo delle mense. Sì, c’ero anch’io Signore e posso dire che quando tu avevi fame il mio amico Dino ti ha dato da mangiare. Caro Dino non far finta di non ricordare. Tante persone ho visto accolte nel tuo piccolo appartamento. Persone di ogni strato sociale, nazionalità e credo e anche qualche guerrigliero.  Ma la più grossa l’hai fatta quando ti sei messo ad accogliere nella scuola professionale i giovani delinquenti di strada dando loro un futuro e un lavoro. Poi la scuola è cresciuta e ora accogli in corsi professionali di ogni tipo mille e cinquecento giovani.  Sì, c’ero anch’io Signore e posso testimoniare che quando tu eri straniero e avevi bisogno di ospitalità era lui ad accoglierti. Caro Dino sento che continui a non ricordare. Non mi scorderò mai quando alla fine dell’eucarestia domenicale la gente si metteva in fila per ricevere dei vestiti che in container ti erano arrivati dall’Italia o da amici vari. Grande sorpresa è stata quando tra i vestiti abbiamo trovato nascosta una bottiglia di torchiato! Quella ce la siamo bevuta noi. Sì, Signore io c’ero quando tu eri nudo e Dino ti ha vestito.  Caro Dino se ancora ti rimane qualche briciolo di memoria non scordarti quella volta che sei andato di persone a recuperare in carcere Daniel che avevano pestato a sangue. A dire il vero di quella sera ho le idee un po’ confuse. Ero arrivato da poco da te e non comprendevo appieno qulla realtà. Questo non mi impedisce di attestare che c’ero anch’io quella volta Signore e Dino ti ha visitato mentre eri agli arresti. Caro Dino ora non hai scampo e quella eredità che il Signore ha preparato per te prendila una buona volta! Lui sa già che ti è sconosciuto il gesto di trattenere e ti è più naturale il gesto del donare. Il Signore sa già che quella eredità preparata per te tu la riverserai su tutti noi in modo traboccante e vitale. Spetta a noi saperla ricevere. Un abbraccio e a presto,
Ezio

martedì 25 giugno 2013

Sic semper tyrannis


Sempre così ai tiranni, esclamò Marco Giunio Bruto assassinando Cesare. Ripensando a molti dittatori e tiranni nella storia, la regola si può dire confermata: presto o tardi i sudditi si ribellano. Il tiranno, secondo la definizione, è colui che esercita il potere attraverso la violenza e il dispotismo. Naturale quindi aspettarsi che le persone che subiscono tale potere arrivino a non sopportarlo più e si ribellino. Questa idea di tiranno è però oggi del tutto superata, in quest'era di democrazie illuminate e organismi di pace mondiali. Questo non significa che abbiamo sconfitto tutte le forme di tirannia! Chi sono quindi i tiranni contemporanei? Quando dei signori ricchi e potenti approfittano di poveri, analfabeti, malati, non li possiamo definire tiranni? Nella economia globalizzata contemporanea, pochi individui hanno un potere economico smisurato, pur non governando alcuno Stato. Questo immenso potere viene loro conferito da noi piccoli cittadini, apparentemente inoffensivi, quando ci facciamo corrompere dalle bugie che ci raccontano con la pubblicità, per convincerci a spendere soldi, soldi che sono la linfa del loro potere. Questa è la corruzione più grave, che, consapevoli o no, incentiviamo tutti, altro che bustarelle. I "tiranni" non sono quei dittatori disgraziati del terzo mondo, ma i ricchissimi imprenditori che sfruttano quegli sfortunati, prendendoli in giro, raccontando loro che li stanno aiutando, che portano lavoro e denaro, quindi benessere. Fortunatamente, le persone che ne prendono coscienza sono ogni giorno di più, ma combattere questo tipo di potere è difficilissimo, perché è un potere che non opprime direttamente per mezzo di divieti ed obblighi, bensì attraverso quelli che appaiono come premi, incentivi, ricompense. Siamo animali da circo, cui l'ammaestratore dà lo zuccherino ogni volta che facciamo l'esercizio che vuole lui, senza ricevere nessuna bastonata se sbagliamo, se facciamo di testa nostra. Semplicemente non otteniamo nulla in cambio. E lo zuccherino ci piace molto.

Quello che succede in questi giorni in Brasile è solo l'ultima rivolta a queste insopportabili prese in giro. La corruzione della pubblicità coinvolge Stati interi, che vogliono apparire quello che non sono agli occhi dei loro padroni, gli individui ricchissimi, le ricchissime multinazionali. Padroni di tutto, decidono qualsiasi cosa ovunque, senza che nessuno possa controllarli, in quanto non rappresentano nessuno se non loro stessi, la loro iniziativa privata. Il Brasile è solo una delle tante vittime: mondiali di calcio e olimpiadi sono eventi che muovono una marea di denaro tra i ricchissimi. Quale denaro? Certamente non il loro, sarebbe solo un inutile travaso da una tasca all'altra. Ma no, è qui che intervengono gli Stati: spiegano ai cittadini che queste cose servono, che questi eventi portano prosperità, cercano di convincerli del fatto che i loro soldi permettono di fare investimenti necessari allo sviluppo, al benessere collettivo. Miliardi di dollari spesi per costruire stadi, infrastrutture avveniristiche e inutili, in posti dove manca ancora la rete fognaria, l'assistenza sanitaria, dove non ci sono scuole e i bambini che dovrebbero almeno imparare a leggere e scrivere si ritrovano per strada a sniffare colla.

Tutto questo finirà? Riusciremo a prendere coscienza tutti quanti dell'iniquità di questo sistema? O una volta che anche ai miserabili sarà dato lo zuccherino, saremo stati tutti definitivamente ammaestrati? Vale ancora il motto sic semper tyrannis?

lunedì 10 giugno 2013

Homo Capitalis



Tratto da "Insolventi! Contro le banche" di autore anonimo. A causa dei debiti da cui era oppresso, il libero professionista autore di questo pamphlet politico ha scelto di rimanere nell'anonimato, per fuggire dai creditori e vivere da clandestino sulle rive del Mekong, in Indocina. L'invettiva è rivolta inizialmente a banche e società finanziarie, per estendersi poi alla società dei consumi in generale e all'economia neoliberista di mercato, profondamente criticate in ogni loro aspetto.
Consiglio caldamente la lettura di questo testo, poiché offre moltissimi spunti di riflessione originali.


[...] Società primitive cacciate e sterminate per pochi buchi neri di petrolio, per qualche ettaro di terra cancerosa da cui si estrae litio e altri metalli rari indispensabili alla nostra elettronica di punta e alle nostre telecomunicazioni, tutte cose destinate a scomparire tra vent'anni, ma intanto fortemente interessate, coinvolte nella logica della caccia ai nuovi clienti. Comunità e tribù ridotte in schiavitù perché ci piace mangiare banane a dicembre e vedere ananas sulle nostre tavole natalizie. Donne e bambini fiaccati dai lavori più duri, più inquinanti, più cancerogeni, solo per produrre le nostre derrate di piacere, per assicurarci i sapori orientali di cui andiamo ghiotti, per smaltire i nostri rifiuti tossici (navi, computer, ecc) o per assemblare, a Bombay o in Cina o in tutti gli ossari viventi, i pezzi di tutti i nostri prodotti correnti, il cui consumo ci sembra così naturale, così normale, così trendy quest'estate o così buzz quest'inverno.

lunedì 27 maggio 2013

Cronaca di una sagra riuscita

Neanche il tempo di annunciare le attività ed eccoci già qui a tirare le somme! Possiamo dire che, nonostante le avverse condizioni meteo, le iniziative del M&C hanno avuto un grande successo, grazie anche alle nuove leve che si sono unite ai "vecchi".

Innanzitutto, affidare l'organizzazione della vendita delle torte a Ilaria si è rivelata una mossa azzeccatissima: grazie al suo entusiasmo e alla sua passione il frigorifero era sempre pieno di dolci e la gente in coda per una fetta e un sorriso! Questo potrebbe essere il primo passaggio di consegne ufficiale tra la seconda e la terza generazione nella storia del gruppo!

Riguardo alle attività ludiche, il gioco delle freccette è stato più sfortunato dell'anno scorso, a causa dei frequenti scrosci di pioggia. Nei momenti di apertura si è comunque rivelato un classico irrinunciabile per il successo riscosso sia tra i bambini che tra gli adulti!

Il gioco d'azzardo sembra invece essere davvero una piaga sociale! Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una partecipazione così numerosa per "Indovina il peso del Poppy"! Abbiamo addirittura raddoppiato l'evento, prolungandolo anche alla serata conclusiva! Dopo un'attenta analisi statistica delle stime fornite dai partecipanti, la comunità della Madonna delle Grazie sembra mostrare grande sensibilità e tatto: il valor medio della stima del peso del Poppy si attesta infatti a 103,1 kg, contro i 106,1 kg del peso reale di quel giorno! Troppo buoni!

Il vincitore di "Indovina il peso del Poppy", Loris De Grandi (sinistra), premiato dal Poppy!

domenica 19 maggio 2013

Discorso di Papa Francesco ai nuovi ambasciatori in Vaticano

Riporto, su segnalazione della nostra fedele lettrice Laura, un estratto dal discorso di Papa Francesco ai nuovi ambasciatori di Kyrgyzstan, Antigua e Barbuda, Lussemburgo e Botswana, accreditati presso la Città del Vaticano lo scorso 16 maggio. Le parole pronunciate dal Papa in quest'occasione esprimono nel miglior modo possibile le idee che anche il gruppo M&C sostiene, attraverso le tante piccole attività descritte in questo blog.
Questo discorso deve farci riflettere sulla situazione economica che stiamo vivendo e soprattutto sulle soluzioni a cui stiamo pensando: abbiamo davvero capito la lezione, o stiamo cercando di ripartire seguendo ancora i vecchi modelli di "sviluppo" e "benessere", rivelatisi fallimentari?


[...] Signori Ambasciatori, l’umanità vive in questo momento come un tornante della propria storia, considerati i progressi registrati in vari ambiti. Dobbiamo lodare i risultati positivi che concorrono all’autentico benessere dell’umanità, ad esempio nei campi della salute, dell’educazione e della comunicazione. Tuttavia, va anche riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste. Alcune patologie aumentano, con le loro conseguenze psicologiche; la paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei Paesi cosiddetti ricchi; la gioia di vivere va diminuendo; l’indecenza e la violenza sono in aumento; la povertà diventa più evidente. Si deve lottare per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso. Una delle cause di questa situazione, a mio parere, sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano. 


sabato 27 aprile 2013

Ogni bambino che muore per fame viene assassinato

Estratto da un'intervista a Jean Ziegler, fatta dalla giornalista Saraina Gross (2012).



S. Gross: Ogni cinque secondi un bambino sotto i dieci anni muore di fame e delle sue immediate conseguenze. Ogni anno muoiono 36 milioni di persone. Perchè?

J. Ziegler: L'industria agroalimentare mondiale è nelle mani di una decina di società transnazionali. L'anno scorso la Cargill, la più grande di queste società, controllava oltre un quarto del commercio mondiale di cereali. La Dreyfus, anch'essa con sede a Ginevra, gestisce quasi un terzo del commercio mondiale del riso. Tuttavia scopo di queste aziende non è combattere la fame, bensì fare soldi. Questo è il problema.

S.G.: Lei dice "ogni bambino che muore di fame viene ucciso". Cosa la spinge a una simile affermazione?

J.Z.: Lo stesso World Food Report della FAO, che pubblica i dati sulle vittime, sostiene che l'agricoltura mondiale allo stato attuale potrebbe sfamare senza problemi 12 miliardi di esseri umani, ovvero quasi il doppio delle persone che vivono oggi sulla terra. Non si tratta dunque di fatalità. Tuttavia nessuno all'interno dei gruppi industriali vuole uccidere bambini. Non si tratta di una colpa individuale né di cattiveria. Il signor Brabeck è una persona perbene, ma se, in qualità di presidente della Nestlè, non otterrà utili esorbitanti, dopo un paio di mesi non sarà più il presidente della Nestlè. Punto. 

S.G.: Qual'è il problema allora?

J.Z.: Il problema è l'oscurantismo neoliberale, secondo il quale il mercato obbedirebbe a leggi naturali e che trasforma i grandi gruppi industriali in freddi mostri. Viviamo all'interno di un sistema cannibale. Ho già troppi processi in corso, quindi dirò con grande prudenza che questa gente opera in maniera del tutto legale. Semplicemente ha il potere di decidere chi vivrà e chi morirà su questo pianeta.

sabato 13 aprile 2013

W la sagra!

Quest'anno riproponiamo le vecchie sane competizioni di una volta!


La sagra parrocchiale si avvicina! E con lei le straordinarie attività proposte dal M&C!!

Come ogni anno, ci sarà la vendita di torte, gestita da Ilaria: dolci donati da anime pie, e ricavato destinato interamente ai progetti del M&C e del Gruppo Missionario.
Visto il successo dell'anno scorso, ci sarà di nuovo lo stand delle freccette, tutti i weekend.

Ma veniamo alle novità più scottanti! Quest'anno organizziamo la gimkana, in bicicletta, aperta a tutti, bambini e adulti. Sarà domenica 19 maggio, alle 14, nel campo da basket dietro la chiesa.
Ci sarà poi l'attività-bomba: indovina il peso del Poppy! Sabato 18, durante la cena, ognuno potrà provare ad indovinare quanto pesa il nostro bolide! :) Alle 22 il peso sarà rivelato e a chi si è avvicinato di più andrà un bel premio!
Infine, sabato 25 maggio alle 21 organizzeremo il caro vecchio tiro alla fune! Sarà un piccolo torneo a squadre di 4 componenti, preparato sul momento in base ai partecipanti. Ci sarà una piccola quota di iscrizione ma ricchissimi premi!

Tutte le piccole offerte che saranno raccolte durante le attività andranno ai progetti del M&C, che anche quest'anno sono legati alla missione di Padre Pini in Sierra Leone.

W la sagra!

venerdì 29 marzo 2013

Buona Pasqua!

Pochi giorni fa è arrivata una lettera da parte di Padre Giuliano Pini, con gli auguri di Buona Pasqua e un riepilogo della situazione in Sierra Leone e della missione in cui lavora lui. Riporto in questo post alcune parti della lettera.



Freetown 21 marzo 2013
Carissimi amici e benefattori,

con grande gioia vi rivolgo un saluto e tanti auguri di Buona Pasqua. La vita qui in Sierra Leone continua: con un ritmo lento, ma continua.
Il 17 novembre scorso i sierraleonesi hanno riconfermato il presidente Ernest Bai Koroma [...] e gli osservatori hanno sottolineato l'importanza dell'assenza di scontri e l'altissima affluenza alle urne (oltre l'80% degli aventi diritto), indicatori di un rafforzamento del sistema democratico del Paese.

Se si riuscisse a governare con onestà il Paese, la vita della gente comune potrebbe, in tempi brevi, fare un salto di qualità. E questo perchè il sottosuolo della Sierra Leone è ricco di minerali pregiati (rutilio, oro, ferro, bauxite) oltre che diamanti e petrolio, scoperto recentemente.
Il Paese sta compiendo significativi passi avanti. Molto è stato fatto e si sta facendo nell'ambito della costruzione di strade, nei servizi sociali ma la popolazione non sta adeguatamente beneficiando delle enormi entrate derivanti dallo sfruttamento delle materie prime e continua a soffrire.

mercoledì 20 marzo 2013

Cena dei Popoli: resoconto della bella serata!

Anche quest'anno la cena organizzata dal M&C è stata un successo, per numero di partecipanti e coinvolgimento nelle attività proposte.
La serata è iniziata con il sorteggio del continente "di nascita" per ciascuno degli ospiti: i più fortunati (pochi) sono finiti alle tavole iper-imbandite di Europa e Nord America, molti si sono ritrovati seduti per terra in Africa mentre la metà esatta ha affollato la tavolata dell'Asia. Abbiamo infatti voluto riprodurre in modo proporzionale la reale situazione demografica del pianeta. I partecipanti sono stati una cinquantina.

Dopo aver iniziato a mangiare sono entrate in gioco alcune figure in grado di permettere scambi di risorse tra continenti: un rappresentate del Fondo Monetario Internazionale (FMI), uno dell'ONU, uno di una generica ONG, un missionario, un trafficante e un poliziotto. Il comportamento di ciascun personaggio era diverso, e diverso il risultato delle trattative: il missionario, perseguitato dal poliziotto, chiedeva donazioni ai Paesi ricchi; FMI e ONG proponevano scambi con risorse, quali petrolio, oro e diamanti, con richieste molto più onerose nel caso del mediatore del FMI; il trafficante esigeva moltissimo per portare in cambio molto poco. E poi c'era il rappresentante ONU: un palloncino in mezzo al salone! Caratterizzazioni troppo provocatorie? Beh, si tratta appunto di provocazioni: le scelte fatte hanno avuto solo lo scopo di mettere un po' di curiosità, e di dubbio, riguardo all'operato dei molti organismi internazionali che troppo spesso si propongono come risolutori della crisi di turno, senza invece migliorare le cose (anzi, a volte peggiorandole!), oppure evitano di intervenire in situazioni in cui sarebbe davvero necessario, perchè soggetti a interessi economici o politici più grandi.

Il salone parrocchiale trasformato in Mondo per una sera! In primo piano l'Africa, poi la tavola del Sud America e a destra la grande tavolata asiatica. In fondo, come a voler tenere sotto controllo la situazione, le ricche tavole di Europa e Nord America.

sabato 2 marzo 2013

Sulla attuale distribuzione della ricchezza nel mondo

Ecco la locandina per la Cena dei Popoli in programma tra meno di due settimane! L'appuntamento è confermato per venerdì 15 marzo alle ore 19.00, con ritrovo all'oratorio MDG.

Quest'anno facciamo una variazione, come si capisce dal nome: non sarà la classica Comida de Pablito ma la ben più movimentata Cena dei Popoli! Ovvero, non condivideremo tutti assieme un piatto sobrio, ma simuleremo l'attuale situazione alimentare del mondo. Quindi ci saranno diversi tavoli a rappresentare i diversi continenti, con differenti risorse: abbondanza in Europa e Nord America, scarsità e malnutrizione in Africa, sovrappopolazione in Asia.

Chi siederà al tavolo europeo? Chi all'allegra tavolata sudamericana? Nessuno può deciderlo, solo il caso. Per questo il ritrovo sarà presso l'oratorio: saremo come tanti piccoli feti in un utero accogliente che da dentro sembra lo stesso per tutti, ma che invece ci farà nascere in condizioni incredibilmente diverse gli uni dagli altri, che non possiamo conoscere in anticipo né tantomeno scegliere. Il salone parrocchiale sarà il mondo nel quale verremo alla luce: pieno di disparità sociali, ma soprattutto pieno di ingiustizie, che invece di ridurre il gap tra le diverse condizioni lo aumentano sempre di più.

Perchè abbiamo scelto il formato Cena dei Popoli? Perchè in questi anni di crisi, guidati dalle emozioni, rischiamo di perdere un po' la bussola. Ci sembra allora il caso di fermarci un attimo a riflettere, fare un'analisi oggettiva della situazione, ricreando quelle che sono le condizioni in cui vive la società umana oggi.

Sembrano i soliti dati, ma ad ogni aggiornamento cambiano un pochino, in modo ben preciso: secondo un rapporto del 2011 (Global Wealth Report, Credit Suisse) le persone con un patrimonio maggiore di 100.000$ nel 2011 erano l'8,7% dell'intera popolazione mondiale, quelle con una ricchezza inferiore a 10.000$ il 67,6% (e già questo dato lascia un po' di amaro in bocca, ma proseguiamo). Nel 2012 la percentuale dei più ricchi è scesa all'8,1%, mentre quella dei più poveri è salita al 69,3% (Piramide della ricchezza, Credit Suisse). Questo calo della ricchezza media è ancora effetto della crisi iniziata nel 2007? Può darsi, eppure il PIL del mondo, tra il 2011 e il 2012, è aumentato del 3,5%, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale. Ma se diminuiscono i ricchi e aumentano i poveri, la ricchezza totale non dovrebbe diminuire? Qualcosa non torna! Il mondo dell'economia e della finanza è incredibilmente complesso e condizionato da innumerevoli parametri, quindi voler dare un'interpretazione naif di questi dati non è certamente corretto. Non si possono nemmeno trarre conclusioni da un paio di dati isolati, è necessario studiare attentamente gli andamenti dei parametri presi in considerazione. Però il dubbio c'è: probabilmente la ricchezza si concentra sempre di più nelle mani di pochi, uomini o società per azioni che siano. Una prova a sostegno di questa supposizione è senza dubbio l'aumento della ricchezza dei cosiddetti "ultraricchi" (UHNWI - Ultra High Net Worth Individual: i possessori di patrimoni superiori a 50 milioni di USD), gli unici ad aver visto il loro capitale aumentare notevolmente in questi anni di difficoltà economiche.

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Ne approffitto per comunicare a quanti ancora non lo sapessero che domenica 10 marzo ci sarà il mercatino equo & solidale fuori dalla chiesa! Saranno in vendita molti ottimi prodotti del commercio equo, comprese le uova di pasqua, e faremo un po' di pubblicità ad un'economia fondata su valori etici e non sulla logica del profitto fine a sé stesso.

lunedì 25 febbraio 2013

Caritas in Veritate

Possiamo trovare molti spunti di riflessione riguardo al tema del post precedente anche nell'enciclica di Papa Benedetto XVI, intitolata Caritas in Veritate (CV), come suggeritomi da Francesco.
Il tema centrale dell'enciclica è lo sviluppo dei popoli, che deve essere inteso non come puro sviluppo economico, bensì come progresso sociale, dell'uomo e dell'umanità intera.
Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace propone una bella presentazione dell'enciclica. Nel seguito riassumo i punti che trovo maggiormente interessanti.

Un punto importante riguarda lo sviluppo umano e il suo legame con la globalizzazione. In particolare, il processo di globalizzazione va studiato in modo molto approfondito perchè già in atto, ma secondo le regole del puro interesse economico e non quelle della carità e della verità.
I prerequisiti per lo sviluppo umano sono: la libertà delle persone e dei popoli; la capacità delle persone di assumersi concretamente le proprie responsabilità. Da qui segue il principio di sussidiarietà: "una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune" (Centesimus Annus, n. 48).
Si può allora enunciare quella che è la regola aurea dello sviluppo: "la verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l'uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo" (CV, n. 18).

sabato 23 febbraio 2013

Discorso di Josè Mujica al G20



Nell'incontro di oggi abbiamo letto e discusso il discorso fatto da Josè Mujica, presidente dell'Uruguay, al G20 tenutosi in Brasile nel 2012. Voglio riportare anche qui la trascrizione dell'intervento, perchè offre moltissimi spunti di riflessione sulla nostra società, le nostre scelte e il futuro che ci aspetta se continuiamo a seguire questa rotta.


Autorità presenti di tutte le latitudini e organismi molte grazie, e i nostri ringraziamenti al Popolo del Brasile, e alla sua signora Presidente e molte grazie alla buona fede che sicuramente hanno manifestato tutti gli oratori che mi hanno preceduto. Esprimiamo la intima volontà come governanti di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere. Tuttavia, permetteteci di farci alcune domande a voce alta: per tutta la sera si è parlato di sviluppo sostenibile, di tirare fuori masse immense dalla povertà. Che cos’è che ci frulla per la testa? Il modello di sviluppo e di consumo attualmente è quello delle società ricche?

mercoledì 13 febbraio 2013

Prossimi appuntamenti

Oggi inizia la quaresima, periodo di intensa attività per il M&C! Le iniziative saranno quelle tradizionali, ovvero il mercatino equo e solidale e la Comida de Pablito. Solo due parole per spiegarle, dato che questo è il primo post a loro dedicato.
Il mercatino consiste nella vendita di beni provenienti dal commercio equo e solidale nello spiazzo di fronte all'entrata della chiesa: un'ottima occasione, dato il gran numero di persone che ci passano davanti, per pubblicizzare i prodotti di un mercato attento a garantire i diritti e un trattamento economico e sociale giusto ai lavoratori e ai produttori nei paesi in via di sviluppo. Il commercio equo e solidale è pertanto uno strumento fortissimo, che tutti possiamo facilmente sostenere, per combattere lo sfruttamento, sia delle persone (lavoratori e produttori sottopagati, lavoro minorile, espropriazione di terre) che dell'ambiente (deforestazione, monocolture intensive, ogm, pesca industriale).
La Comida de Pablito è una cena, alla quale tutti possono partecipare liberamente, in cui cerchiamo di metterci nei panni di chi è nato in un paese in via di sviluppo, quindi con molte meno risorse di noi. Il pasto che condividiamo è molto povero, sia in qualità che in quantità, ma rappresenta il massimo che milioni di persone possono permettersi ogni giorno. Per saperne di più vi rimando alla pagina "Comida de Pablito".

Il primo appuntamento in programma è la riunione in cui organizzeremo nel dettaglio queste iniziative, che sarà sabato 23 febbraio alle ore 15 in chiesa. Le date proposte per le due attività sono: domenica 10 marzo il mercatino equo e solidale; venerdì 15 marzo la Comida. Chiunque volesse unirsi al team per dare una mano è il benvenuto!

domenica 10 febbraio 2013

Cos'è il M&C

Mappa dell'indice di sviluppo umano, aggiornata al 2011 (United Nations Development Programme).


Il gruppo Missione e Carità si propone un duplice scopo: da un lato il sostegno a chi opera in missioni a contatto con realtà di povertà e disagio estremi, dall'altro il ricordo degli insegnamenti cristiani alla nostra stessa comunità, con iniziative che mostrino le realtà difficili presenti nel mondo a chi troppo facilmente si lascia cullare dal benessere.
Le attività sostenute dal mec sono volte prima di tutto al secondo aspetto: il messaggio che deve passare è che nessuno di noi ha deciso dove nascere, quindi chi è stato più fortunato non può pensare che ciò sia dovuto a chissà quale merito particolare e quindi ignorare, o peggio sfruttare, la condizione di chi invece è stato meno fortunato.
Ancora oggi siamo lontanissimi da una qualsivoglia situazione di equilibrio e forse una parità di condizioni tra tutti gli uomini è irraggiungibile. Forse non è affatto giusto pensare di voler raggiungere a tutti i costi una tale situazione di uguaglianza, forse è meglio sognare "una società non utopistica, meno perfetta e più libera" (Nikolaj Berdjaev). Resta comunque un grave problema che dobbiamo affrontare, cioè il fatto che nonostante il livello di conoscenza cui siamo ormai giunti e le tecnologie di cui disponiamo, le solite disuguaglianze tipo nord-sud del mondo, ricchi-poveri, liberi-schiavi, diventano sempre più profonde e sempre più difficilmente colmabili, date le sempre più variegate forme sotto cui si manifestano.
Noi membri del M&C siamo convinti che questa tendenza debba essere invertita e ci adoperiamo attivamente, nel nostro piccolo, affinché ciò avvenga. Lo facciamo con varie iniziative: il mercatino equo e solidale; la “comida de pablito”, cena povera in periodo quaresimale nella quale proviamo a metterci nei panni di chi ha molto meno di noi; diverse attività nel contesto della sagra parrocchiale. Ma non siamo degli illusi: sappiamo che, nonostante tutti i nostri sforzi, il contributo che diamo noi personalmente è quasi trascurabile. Per questo il nostro obiettivo principale non è quello di raccogliere fondi da devolvere in beneficenza, tanto per sentirsi a posto con la coscienza, bensì quello di ricordare ogni volta, a tutte le persone che incontriamo, quel messaggio: nessuno di noi ha deciso dove nascere.

lunedì 28 gennaio 2013

Benvenuti!


Benvenuti sul blog del gruppo mec! Il sito è ancora in costruzione ma i lavori procedono velocemente! A presto!