martedì 30 luglio 2013

Arrivederci, padre Dino!


Cari amici,


purtroppo dobbiamo comunicarvi una triste notizia. E' mancato padre Dino De Zan, missionario camilliano a Bogotà (Colombia) da 43 anni. Originario di Osigo e laureato in medicina, aveva avviato un centro medico (http://scamilovirtual.blogspot.it/) in uno dei quartieri dell'estrema periferia della città e successivamente un centro per la formazione dei ragazzi di strada.
Vero uomo di Dio e della sua gente, abbiamo avuto il privilegio di incontrarlo anche noi nella nostra parrocchia, in una serata in cui ci ha raccontato la sua testimonianza. Lo ricordiamo attraverso un filmato e una lettera di Ezio Tonon, infermiere che ha condiviso con padre Dino tre anni in missione.
 In questo filmato, nella sezione da 5'20" a 10'50", lui stesso racconta e illustra la sua opera:
 

La lettera di Ezio:

Caro Dino,
questa è l’ultima lettera che ti scrivo. Il  mio animo è ancora sotto sopra per la tua improvvisa morte e la notte che ho lasciato alle spalle è stata insonne. Mi hanno appena chiamato dalla redazione del settimanale diocesano chiedendomi se scrivevo un articolo sulla tua persona.  I tempi della redazione sono sempre molto stretti.  In questo momento un fiume di ricordi sgorga dal mio animo. E’ un fiume placido, limpido e pieno di vita che non riuscirò mai a racchiudere in poche righe. Non scriverò un articolo sulla tua vita raccontando la tua straordinaria storia. A me più della storia in sé interessa il significato che ha avuto per me la tua storia. Poco più di tre anni vissuti accanto a te in Colombia hanno lasciato in me esperienze difficilmente traducibili in parole.  Caro Dino cosa raccontare di te?  Come raccontare il Dino prete, il Dino medico, il Dino direttore, il Dino amico, fratello e padre?  Chi ti ha incontrato ha fatto esperienza di cosa vuol dire essere accolti fin nei minimi particolari. Hai vissuto il vangelo con ogni fibra del tuo essere e con ogni cellula del tuo corpo. Per questo mi piacerebbe vedere la faccia che fai quando Gesù ti rivolgerà le seguenti parole: “Vieni benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te, perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare, ho avuto sete e mi hai dato da bere, ero straniero e mi hai accolto, nudo e mi hai vestito, malato e mi hai visitato ero in carcere e sei venuto a trovarmi”. Sono sicuro che come tutti i giusti anche tu hai il difetto di non ricordare e inizierai a dire:”Ma quando ho fatto tutto questo?”  Allora ogni persona che ti ha incontrato ti rinfrescherà la memoria. Per l’amicizia che ci lega mi sento libero di iniziare subito. Mi ricordo quando di prima mattina andavi ad aprire le porte del centro medico accogliendo tutti coloro che erano in fila con una parola di saluto e consegnando loro il numero progressivo per accedere ai vari ambulatori. Subito dopo ti mettevi a visitare malati e a fare ecografie. Ti ricordi quella volta che abbiamo aiutato a partorire una donna in pieno prato?  Tu stavi lavorando ad una tubatura d’acqua che perdeva e hai mollato pala e piccone e ti sei inginocchiato sul prato a far nascere un bimbo che poi la mamma ha chiamato con il nome di Camillo. Quando siamo giunti al pronto soccorso con mamma e bambino perfettamente sani i tuoi colleghi medici hanno strabuzzato gli occhi nel vederti che calzavi ancora gli stivali da lavoro sporchi di fango.  Sì, c’ero anch’io Signore e posso dire che quando tu eri malato lui ti ha curato. E ora caro Dino non far finta di cadere dalle nuvole.  Non mi dire che ti sei scordato anche i viaggi fatti all’aeroporto internazionale di Bogotà a riempire il Jip all’inverosimile degli avanzi di cibo dei voli internazionali! Di quel cibo abbiamo fatto sporte settimanali per sfamare centinaia di persone. Da anni ti sei assunto anche la responsabilità di distribuire circa quattrocento pasti al giorno per i più poveri del quartiere grazie all’adesione che hai dato al programma governativo delle mense. Sì, c’ero anch’io Signore e posso dire che quando tu avevi fame il mio amico Dino ti ha dato da mangiare. Caro Dino non far finta di non ricordare. Tante persone ho visto accolte nel tuo piccolo appartamento. Persone di ogni strato sociale, nazionalità e credo e anche qualche guerrigliero.  Ma la più grossa l’hai fatta quando ti sei messo ad accogliere nella scuola professionale i giovani delinquenti di strada dando loro un futuro e un lavoro. Poi la scuola è cresciuta e ora accogli in corsi professionali di ogni tipo mille e cinquecento giovani.  Sì, c’ero anch’io Signore e posso testimoniare che quando tu eri straniero e avevi bisogno di ospitalità era lui ad accoglierti. Caro Dino sento che continui a non ricordare. Non mi scorderò mai quando alla fine dell’eucarestia domenicale la gente si metteva in fila per ricevere dei vestiti che in container ti erano arrivati dall’Italia o da amici vari. Grande sorpresa è stata quando tra i vestiti abbiamo trovato nascosta una bottiglia di torchiato! Quella ce la siamo bevuta noi. Sì, Signore io c’ero quando tu eri nudo e Dino ti ha vestito.  Caro Dino se ancora ti rimane qualche briciolo di memoria non scordarti quella volta che sei andato di persone a recuperare in carcere Daniel che avevano pestato a sangue. A dire il vero di quella sera ho le idee un po’ confuse. Ero arrivato da poco da te e non comprendevo appieno qulla realtà. Questo non mi impedisce di attestare che c’ero anch’io quella volta Signore e Dino ti ha visitato mentre eri agli arresti. Caro Dino ora non hai scampo e quella eredità che il Signore ha preparato per te prendila una buona volta! Lui sa già che ti è sconosciuto il gesto di trattenere e ti è più naturale il gesto del donare. Il Signore sa già che quella eredità preparata per te tu la riverserai su tutti noi in modo traboccante e vitale. Spetta a noi saperla ricevere. Un abbraccio e a presto,
Ezio

1 commento:

  1. Rimarrai x sempre nel mio cuore! Sei stata una persona straordinaria! Arrivederci Padre Dino

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