Riporto, su segnalazione della nostra fedele lettrice Laura, un estratto dal discorso di Papa Francesco ai nuovi ambasciatori di Kyrgyzstan, Antigua e Barbuda, Lussemburgo e Botswana, accreditati presso la Città del Vaticano lo scorso 16 maggio. Le parole pronunciate dal Papa in quest'occasione esprimono nel miglior modo possibile le idee che anche il gruppo M&C sostiene, attraverso le tante piccole attività descritte in questo blog.
Questo discorso deve farci riflettere sulla situazione economica che stiamo vivendo e soprattutto sulle soluzioni a cui stiamo pensando: abbiamo davvero capito la lezione, o stiamo cercando di ripartire seguendo ancora i vecchi modelli di "sviluppo" e "benessere", rivelatisi fallimentari?
[...] Signori Ambasciatori, l’umanità vive in questo momento come un tornante della
propria storia, considerati i progressi registrati in vari ambiti. Dobbiamo lodare i risultati positivi che concorrono all’autentico benessere dell’umanità,
ad esempio nei campi della salute, dell’educazione e della comunicazione.
Tuttavia, va anche riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne
del nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con
conseguenze funeste. Alcune patologie aumentano, con le loro conseguenze
psicologiche; la paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone,
anche nei Paesi cosiddetti ricchi; la gioia di vivere va diminuendo; l’indecenza
e la violenza sono in aumento; la povertà diventa più evidente. Si deve lottare
per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso. Una delle cause di questa
situazione, a mio parere, sta nel rapporto che abbiamo con il denaro,
nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così la crisi
finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine,
situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato
dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro
(cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo
del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano.
domenica 19 maggio 2013
sabato 27 aprile 2013
Ogni bambino che muore per fame viene assassinato
Estratto da un'intervista a Jean Ziegler, fatta dalla giornalista Saraina Gross (2012).
S. Gross: Ogni cinque secondi un bambino sotto i dieci anni muore di fame e delle sue immediate conseguenze. Ogni anno muoiono 36 milioni di persone. Perchè?
J. Ziegler: L'industria agroalimentare mondiale è nelle mani di una decina di società transnazionali. L'anno scorso la Cargill, la più grande di queste società, controllava oltre un quarto del commercio mondiale di cereali. La Dreyfus, anch'essa con sede a Ginevra, gestisce quasi un terzo del commercio mondiale del riso. Tuttavia scopo di queste aziende non è combattere la fame, bensì fare soldi. Questo è il problema.
S.G.: Lei dice "ogni bambino che muore di fame viene ucciso". Cosa la spinge a una simile affermazione?
J.Z.: Lo stesso World Food Report della FAO, che pubblica i dati sulle vittime, sostiene che l'agricoltura mondiale allo stato attuale potrebbe sfamare senza problemi 12 miliardi di esseri umani, ovvero quasi il doppio delle persone che vivono oggi sulla terra. Non si tratta dunque di fatalità. Tuttavia nessuno all'interno dei gruppi industriali vuole uccidere bambini. Non si tratta di una colpa individuale né di cattiveria. Il signor Brabeck è una persona perbene, ma se, in qualità di presidente della Nestlè, non otterrà utili esorbitanti, dopo un paio di mesi non sarà più il presidente della Nestlè. Punto.
S.G.: Qual'è il problema allora?
J.Z.: Il problema è l'oscurantismo neoliberale, secondo il quale il mercato obbedirebbe a leggi naturali e che trasforma i grandi gruppi industriali in freddi mostri. Viviamo all'interno di un sistema cannibale. Ho già troppi processi in corso, quindi dirò con grande prudenza che questa gente opera in maniera del tutto legale. Semplicemente ha il potere di decidere chi vivrà e chi morirà su questo pianeta.
S. Gross: Ogni cinque secondi un bambino sotto i dieci anni muore di fame e delle sue immediate conseguenze. Ogni anno muoiono 36 milioni di persone. Perchè?
J. Ziegler: L'industria agroalimentare mondiale è nelle mani di una decina di società transnazionali. L'anno scorso la Cargill, la più grande di queste società, controllava oltre un quarto del commercio mondiale di cereali. La Dreyfus, anch'essa con sede a Ginevra, gestisce quasi un terzo del commercio mondiale del riso. Tuttavia scopo di queste aziende non è combattere la fame, bensì fare soldi. Questo è il problema.
S.G.: Lei dice "ogni bambino che muore di fame viene ucciso". Cosa la spinge a una simile affermazione?
J.Z.: Lo stesso World Food Report della FAO, che pubblica i dati sulle vittime, sostiene che l'agricoltura mondiale allo stato attuale potrebbe sfamare senza problemi 12 miliardi di esseri umani, ovvero quasi il doppio delle persone che vivono oggi sulla terra. Non si tratta dunque di fatalità. Tuttavia nessuno all'interno dei gruppi industriali vuole uccidere bambini. Non si tratta di una colpa individuale né di cattiveria. Il signor Brabeck è una persona perbene, ma se, in qualità di presidente della Nestlè, non otterrà utili esorbitanti, dopo un paio di mesi non sarà più il presidente della Nestlè. Punto.
S.G.: Qual'è il problema allora?
J.Z.: Il problema è l'oscurantismo neoliberale, secondo il quale il mercato obbedirebbe a leggi naturali e che trasforma i grandi gruppi industriali in freddi mostri. Viviamo all'interno di un sistema cannibale. Ho già troppi processi in corso, quindi dirò con grande prudenza che questa gente opera in maniera del tutto legale. Semplicemente ha il potere di decidere chi vivrà e chi morirà su questo pianeta.
sabato 13 aprile 2013
W la sagra!
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Quest'anno riproponiamo le vecchie sane competizioni di una volta! |
La sagra parrocchiale si avvicina! E con lei le straordinarie attività proposte dal M&C!!
Come ogni anno, ci sarà la vendita di torte, gestita da Ilaria: dolci donati da anime pie, e ricavato destinato interamente ai progetti del M&C e del Gruppo Missionario.
Visto il successo dell'anno scorso, ci sarà di nuovo lo stand delle freccette, tutti i weekend.
Ma veniamo alle novità più scottanti! Quest'anno organizziamo la gimkana, in bicicletta, aperta a tutti, bambini e adulti. Sarà domenica 19 maggio, alle 14, nel campo da basket dietro la chiesa.
Ci sarà poi l'attività-bomba: indovina il peso del Poppy! Sabato 18, durante la cena, ognuno potrà provare ad indovinare quanto pesa il nostro bolide! :) Alle 22 il peso sarà rivelato e a chi si è avvicinato di più andrà un bel premio!
Infine, sabato 25 maggio alle 21 organizzeremo il caro vecchio tiro alla fune! Sarà un piccolo torneo a squadre di 4 componenti, preparato sul momento in base ai partecipanti. Ci sarà una piccola quota di iscrizione ma ricchissimi premi!
Tutte le piccole offerte che saranno raccolte durante le attività andranno ai progetti del M&C, che anche quest'anno sono legati alla missione di Padre Pini in Sierra Leone.
W la sagra!
venerdì 29 marzo 2013
Buona Pasqua!
Pochi giorni fa è arrivata una lettera da parte di Padre Giuliano Pini, con gli auguri di Buona Pasqua e un riepilogo della situazione in Sierra Leone e della missione in cui lavora lui. Riporto in questo post alcune parti della lettera.
con grande gioia vi rivolgo un saluto e tanti auguri di Buona Pasqua. La vita qui in Sierra Leone continua: con un ritmo lento, ma continua.
Il 17 novembre scorso i sierraleonesi hanno riconfermato il presidente Ernest Bai Koroma [...] e gli osservatori hanno sottolineato l'importanza dell'assenza di scontri e l'altissima affluenza alle urne (oltre l'80% degli aventi diritto), indicatori di un rafforzamento del sistema democratico del Paese.
Se si riuscisse a governare con onestà il Paese, la vita della gente comune potrebbe, in tempi brevi, fare un salto di qualità. E questo perchè il sottosuolo della Sierra Leone è ricco di minerali pregiati (rutilio, oro, ferro, bauxite) oltre che diamanti e petrolio, scoperto recentemente.
Il Paese sta compiendo significativi passi avanti. Molto è stato fatto e si sta facendo nell'ambito della costruzione di strade, nei servizi sociali ma la popolazione non sta adeguatamente beneficiando delle enormi entrate derivanti dallo sfruttamento delle materie prime e continua a soffrire.
Freetown 21 marzo 2013
Carissimi amici e benefattori,con grande gioia vi rivolgo un saluto e tanti auguri di Buona Pasqua. La vita qui in Sierra Leone continua: con un ritmo lento, ma continua.
Il 17 novembre scorso i sierraleonesi hanno riconfermato il presidente Ernest Bai Koroma [...] e gli osservatori hanno sottolineato l'importanza dell'assenza di scontri e l'altissima affluenza alle urne (oltre l'80% degli aventi diritto), indicatori di un rafforzamento del sistema democratico del Paese.
Se si riuscisse a governare con onestà il Paese, la vita della gente comune potrebbe, in tempi brevi, fare un salto di qualità. E questo perchè il sottosuolo della Sierra Leone è ricco di minerali pregiati (rutilio, oro, ferro, bauxite) oltre che diamanti e petrolio, scoperto recentemente.
Il Paese sta compiendo significativi passi avanti. Molto è stato fatto e si sta facendo nell'ambito della costruzione di strade, nei servizi sociali ma la popolazione non sta adeguatamente beneficiando delle enormi entrate derivanti dallo sfruttamento delle materie prime e continua a soffrire.
mercoledì 20 marzo 2013
Cena dei Popoli: resoconto della bella serata!
Anche quest'anno la cena organizzata dal M&C è stata un successo, per numero di partecipanti e coinvolgimento nelle attività proposte.
La serata è iniziata con il sorteggio del continente "di nascita" per ciascuno degli ospiti: i più fortunati (pochi) sono finiti alle tavole iper-imbandite di Europa e Nord America, molti si sono ritrovati seduti per terra in Africa mentre la metà esatta ha affollato la tavolata dell'Asia. Abbiamo infatti voluto riprodurre in modo proporzionale la reale situazione demografica del pianeta. I partecipanti sono stati una cinquantina.
Dopo aver iniziato a mangiare sono entrate in gioco alcune figure in grado di permettere scambi di risorse tra continenti: un rappresentate del Fondo Monetario Internazionale (FMI), uno dell'ONU, uno di una generica ONG, un missionario, un trafficante e un poliziotto. Il comportamento di ciascun personaggio era diverso, e diverso il risultato delle trattative: il missionario, perseguitato dal poliziotto, chiedeva donazioni ai Paesi ricchi; FMI e ONG proponevano scambi con risorse, quali petrolio, oro e diamanti, con richieste molto più onerose nel caso del mediatore del FMI; il trafficante esigeva moltissimo per portare in cambio molto poco. E poi c'era il rappresentante ONU: un palloncino in mezzo al salone! Caratterizzazioni troppo provocatorie? Beh, si tratta appunto di provocazioni: le scelte fatte hanno avuto solo lo scopo di mettere un po' di curiosità, e di dubbio, riguardo all'operato dei molti organismi internazionali che troppo spesso si propongono come risolutori della crisi di turno, senza invece migliorare le cose (anzi, a volte peggiorandole!), oppure evitano di intervenire in situazioni in cui sarebbe davvero necessario, perchè soggetti a interessi economici o politici più grandi.
La serata è iniziata con il sorteggio del continente "di nascita" per ciascuno degli ospiti: i più fortunati (pochi) sono finiti alle tavole iper-imbandite di Europa e Nord America, molti si sono ritrovati seduti per terra in Africa mentre la metà esatta ha affollato la tavolata dell'Asia. Abbiamo infatti voluto riprodurre in modo proporzionale la reale situazione demografica del pianeta. I partecipanti sono stati una cinquantina.
Dopo aver iniziato a mangiare sono entrate in gioco alcune figure in grado di permettere scambi di risorse tra continenti: un rappresentate del Fondo Monetario Internazionale (FMI), uno dell'ONU, uno di una generica ONG, un missionario, un trafficante e un poliziotto. Il comportamento di ciascun personaggio era diverso, e diverso il risultato delle trattative: il missionario, perseguitato dal poliziotto, chiedeva donazioni ai Paesi ricchi; FMI e ONG proponevano scambi con risorse, quali petrolio, oro e diamanti, con richieste molto più onerose nel caso del mediatore del FMI; il trafficante esigeva moltissimo per portare in cambio molto poco. E poi c'era il rappresentante ONU: un palloncino in mezzo al salone! Caratterizzazioni troppo provocatorie? Beh, si tratta appunto di provocazioni: le scelte fatte hanno avuto solo lo scopo di mettere un po' di curiosità, e di dubbio, riguardo all'operato dei molti organismi internazionali che troppo spesso si propongono come risolutori della crisi di turno, senza invece migliorare le cose (anzi, a volte peggiorandole!), oppure evitano di intervenire in situazioni in cui sarebbe davvero necessario, perchè soggetti a interessi economici o politici più grandi.
sabato 2 marzo 2013
Sulla attuale distribuzione della ricchezza nel mondo
Ecco la locandina per la Cena dei Popoli in programma tra meno di due settimane! L'appuntamento è confermato per venerdì 15 marzo alle ore 19.00, con ritrovo all'oratorio MDG.
Quest'anno facciamo una variazione, come si capisce dal nome: non sarà la classica Comida de Pablito ma la ben più movimentata Cena dei Popoli! Ovvero, non condivideremo tutti assieme un piatto sobrio, ma simuleremo l'attuale situazione alimentare del mondo. Quindi ci saranno diversi tavoli a rappresentare i diversi continenti, con differenti risorse: abbondanza in Europa e Nord America, scarsità e malnutrizione in Africa, sovrappopolazione in Asia.
Chi siederà al tavolo europeo? Chi all'allegra tavolata sudamericana? Nessuno può deciderlo, solo il caso. Per questo il ritrovo sarà presso l'oratorio: saremo come tanti piccoli feti in un utero accogliente che da dentro sembra lo stesso per tutti, ma che invece ci farà nascere in condizioni incredibilmente diverse gli uni dagli altri, che non possiamo conoscere in anticipo né tantomeno scegliere. Il salone parrocchiale sarà il mondo nel quale verremo alla luce: pieno di disparità sociali, ma soprattutto pieno di ingiustizie, che invece di ridurre il gap tra le diverse condizioni lo aumentano sempre di più.
Perchè abbiamo scelto il formato Cena dei Popoli? Perchè in questi anni di crisi, guidati dalle emozioni, rischiamo di perdere un po' la bussola. Ci sembra allora il caso di fermarci un attimo a riflettere, fare un'analisi oggettiva della situazione, ricreando quelle che sono le condizioni in cui vive la società umana oggi.
Sembrano i soliti dati, ma ad ogni aggiornamento cambiano un pochino, in modo ben preciso: secondo un rapporto del 2011 (Global Wealth Report, Credit Suisse) le persone con un patrimonio maggiore di 100.000$ nel 2011 erano l'8,7% dell'intera popolazione mondiale, quelle con una ricchezza inferiore a 10.000$ il 67,6% (e già questo dato lascia un po' di amaro in bocca, ma proseguiamo). Nel 2012 la percentuale dei più ricchi è scesa all'8,1%, mentre quella dei più poveri è salita al 69,3% (Piramide della ricchezza, Credit Suisse). Questo calo della ricchezza media è ancora effetto della crisi iniziata nel 2007? Può darsi, eppure il PIL del mondo, tra il 2011 e il 2012, è aumentato del 3,5%, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale. Ma se diminuiscono i ricchi e aumentano i poveri, la ricchezza totale non dovrebbe diminuire? Qualcosa non torna! Il mondo dell'economia e della finanza è incredibilmente complesso e condizionato da innumerevoli parametri, quindi voler dare un'interpretazione naif di questi dati non è certamente corretto. Non si possono nemmeno trarre conclusioni da un paio di dati isolati, è necessario studiare attentamente gli andamenti dei parametri presi in considerazione. Però il dubbio c'è: probabilmente la ricchezza si concentra sempre di più nelle mani di pochi, uomini o società per azioni che siano. Una prova a sostegno di questa supposizione è senza dubbio l'aumento della ricchezza dei cosiddetti "ultraricchi" (UHNWI - Ultra High Net Worth Individual: i possessori di patrimoni superiori a 50 milioni di USD), gli unici ad aver visto il loro capitale aumentare notevolmente in questi anni di difficoltà economiche.
Ne approffitto per comunicare a quanti ancora non lo sapessero che domenica 10 marzo ci sarà il mercatino equo & solidale fuori dalla chiesa! Saranno in vendita molti ottimi prodotti del commercio equo, comprese le uova di pasqua, e faremo un po' di pubblicità ad un'economia fondata su valori etici e non sulla logica del profitto fine a sé stesso.
Quest'anno facciamo una variazione, come si capisce dal nome: non sarà la classica Comida de Pablito ma la ben più movimentata Cena dei Popoli! Ovvero, non condivideremo tutti assieme un piatto sobrio, ma simuleremo l'attuale situazione alimentare del mondo. Quindi ci saranno diversi tavoli a rappresentare i diversi continenti, con differenti risorse: abbondanza in Europa e Nord America, scarsità e malnutrizione in Africa, sovrappopolazione in Asia.
Chi siederà al tavolo europeo? Chi all'allegra tavolata sudamericana? Nessuno può deciderlo, solo il caso. Per questo il ritrovo sarà presso l'oratorio: saremo come tanti piccoli feti in un utero accogliente che da dentro sembra lo stesso per tutti, ma che invece ci farà nascere in condizioni incredibilmente diverse gli uni dagli altri, che non possiamo conoscere in anticipo né tantomeno scegliere. Il salone parrocchiale sarà il mondo nel quale verremo alla luce: pieno di disparità sociali, ma soprattutto pieno di ingiustizie, che invece di ridurre il gap tra le diverse condizioni lo aumentano sempre di più.
Perchè abbiamo scelto il formato Cena dei Popoli? Perchè in questi anni di crisi, guidati dalle emozioni, rischiamo di perdere un po' la bussola. Ci sembra allora il caso di fermarci un attimo a riflettere, fare un'analisi oggettiva della situazione, ricreando quelle che sono le condizioni in cui vive la società umana oggi.
Sembrano i soliti dati, ma ad ogni aggiornamento cambiano un pochino, in modo ben preciso: secondo un rapporto del 2011 (Global Wealth Report, Credit Suisse) le persone con un patrimonio maggiore di 100.000$ nel 2011 erano l'8,7% dell'intera popolazione mondiale, quelle con una ricchezza inferiore a 10.000$ il 67,6% (e già questo dato lascia un po' di amaro in bocca, ma proseguiamo). Nel 2012 la percentuale dei più ricchi è scesa all'8,1%, mentre quella dei più poveri è salita al 69,3% (Piramide della ricchezza, Credit Suisse). Questo calo della ricchezza media è ancora effetto della crisi iniziata nel 2007? Può darsi, eppure il PIL del mondo, tra il 2011 e il 2012, è aumentato del 3,5%, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale. Ma se diminuiscono i ricchi e aumentano i poveri, la ricchezza totale non dovrebbe diminuire? Qualcosa non torna! Il mondo dell'economia e della finanza è incredibilmente complesso e condizionato da innumerevoli parametri, quindi voler dare un'interpretazione naif di questi dati non è certamente corretto. Non si possono nemmeno trarre conclusioni da un paio di dati isolati, è necessario studiare attentamente gli andamenti dei parametri presi in considerazione. Però il dubbio c'è: probabilmente la ricchezza si concentra sempre di più nelle mani di pochi, uomini o società per azioni che siano. Una prova a sostegno di questa supposizione è senza dubbio l'aumento della ricchezza dei cosiddetti "ultraricchi" (UHNWI - Ultra High Net Worth Individual: i possessori di patrimoni superiori a 50 milioni di USD), gli unici ad aver visto il loro capitale aumentare notevolmente in questi anni di difficoltà economiche.
***
Ne approffitto per comunicare a quanti ancora non lo sapessero che domenica 10 marzo ci sarà il mercatino equo & solidale fuori dalla chiesa! Saranno in vendita molti ottimi prodotti del commercio equo, comprese le uova di pasqua, e faremo un po' di pubblicità ad un'economia fondata su valori etici e non sulla logica del profitto fine a sé stesso.
lunedì 25 febbraio 2013
Caritas in Veritate
Il tema centrale dell'enciclica è lo sviluppo dei popoli, che deve essere inteso non come puro sviluppo economico, bensì come progresso sociale, dell'uomo e dell'umanità intera.
Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace propone una bella presentazione dell'enciclica. Nel seguito riassumo i punti che trovo maggiormente interessanti.
Un punto importante riguarda lo sviluppo umano e il suo legame con la globalizzazione. In particolare, il processo di globalizzazione va studiato in modo molto approfondito perchè già in atto, ma secondo le regole del puro interesse economico e non quelle della carità e della verità.
I prerequisiti per lo sviluppo umano sono: la libertà delle persone e dei popoli; la capacità delle persone di assumersi concretamente le proprie responsabilità. Da qui segue il principio di sussidiarietà: "una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune" (Centesimus Annus, n. 48).
Si può allora enunciare quella che è la regola aurea dello sviluppo: "la verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l'uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo" (CV, n. 18).
sabato 23 febbraio 2013
Discorso di Josè Mujica al G20
Nell'incontro di oggi abbiamo letto e discusso il discorso fatto da Josè Mujica, presidente dell'Uruguay, al G20 tenutosi in Brasile nel 2012. Voglio riportare anche qui la trascrizione dell'intervento, perchè offre moltissimi spunti di riflessione sulla nostra società, le nostre scelte e il futuro che ci aspetta se continuiamo a seguire questa rotta.
Autorità presenti di tutte le latitudini e organismi molte grazie, e i nostri ringraziamenti al Popolo del Brasile, e alla sua signora Presidente e molte grazie alla buona fede che sicuramente hanno manifestato tutti gli oratori che mi hanno preceduto. Esprimiamo la intima volontà come governanti di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere. Tuttavia, permetteteci di farci alcune domande a voce alta: per tutta la sera si è parlato di sviluppo sostenibile, di tirare fuori masse immense dalla povertà. Che cos’è che ci frulla per la testa? Il modello di sviluppo e di consumo attualmente è quello delle società ricche?
mercoledì 13 febbraio 2013
Prossimi appuntamenti
Oggi inizia la
quaresima, periodo di intensa attività per il M&C! Le iniziative
saranno quelle tradizionali, ovvero il mercatino equo e solidale e la
Comida de Pablito. Solo due parole per spiegarle, dato che questo è
il primo post a loro dedicato.
Il mercatino
consiste nella vendita di beni provenienti dal commercio equo e
solidale nello spiazzo di fronte all'entrata della chiesa: un'ottima
occasione, dato il gran numero di persone che ci passano davanti, per
pubblicizzare i prodotti di un mercato attento a garantire i diritti
e un trattamento economico e sociale giusto ai lavoratori e ai
produttori nei paesi in via di sviluppo. Il commercio equo e solidale
è pertanto uno strumento fortissimo, che tutti possiamo facilmente
sostenere, per combattere lo sfruttamento, sia delle persone (lavoratori e produttori sottopagati, lavoro minorile, espropriazione di terre) che dell'ambiente (deforestazione, monocolture intensive, ogm, pesca industriale).
La Comida de
Pablito è una cena, alla quale tutti possono partecipare
liberamente, in cui cerchiamo di metterci nei panni di chi è nato in un paese in via di sviluppo,
quindi con molte meno risorse di noi. Il pasto che condividiamo è
molto povero, sia in qualità che in quantità, ma rappresenta il
massimo che milioni di persone possono permettersi ogni giorno. Per saperne di più vi rimando alla pagina "Comida de Pablito".
Il primo appuntamento in programma è la
riunione in cui organizzeremo nel dettaglio queste
iniziative, che sarà sabato 23 febbraio alle ore 15 in chiesa. Le date
proposte per le due attività sono: domenica 10 marzo il mercatino equo e solidale;
venerdì 15 marzo la Comida. Chiunque volesse unirsi al team per dare una mano è il benvenuto!
domenica 10 febbraio 2013
Cos'è il M&C
![]() |
Mappa
dell'indice di sviluppo umano, aggiornata al 2011 (United Nations
Development Programme).
|
Il gruppo
Missione e Carità si propone un duplice scopo: da un lato il
sostegno a chi opera in missioni a contatto con realtà di povertà e
disagio estremi, dall'altro il ricordo degli insegnamenti cristiani
alla nostra stessa comunità, con iniziative che mostrino le realtà
difficili presenti nel mondo a chi troppo facilmente si lascia
cullare dal benessere.
Le attività
sostenute dal mec sono volte prima di tutto al secondo
aspetto: il messaggio che deve passare è che nessuno di noi ha
deciso dove nascere, quindi chi è stato più fortunato non può
pensare che ciò sia dovuto a chissà quale merito particolare e
quindi ignorare, o peggio sfruttare, la condizione di chi invece è
stato meno fortunato.
Ancora oggi siamo
lontanissimi da una qualsivoglia situazione di equilibrio e forse una parità di condizioni tra tutti gli
uomini è irraggiungibile. Forse non è affatto giusto pensare di voler raggiungere a
tutti i costi una tale situazione di uguaglianza, forse è meglio
sognare "una società non utopistica, meno perfetta e più libera"
(Nikolaj Berdjaev). Resta comunque un grave problema che dobbiamo
affrontare, cioè il fatto che nonostante il livello di conoscenza
cui siamo ormai giunti e le tecnologie di cui disponiamo, le solite
disuguaglianze tipo nord-sud del mondo, ricchi-poveri,
liberi-schiavi, diventano sempre più profonde e sempre più
difficilmente colmabili, date le sempre più variegate forme sotto
cui si manifestano.
Noi membri del M&C siamo convinti che questa tendenza debba essere invertita e ci
adoperiamo attivamente, nel nostro piccolo, affinché ciò avvenga.
Lo facciamo con varie iniziative: il mercatino equo e solidale; la
“comida de pablito”, cena povera in periodo quaresimale nella
quale proviamo a metterci nei panni di chi ha molto meno di noi;
diverse attività nel contesto della sagra parrocchiale. Ma non siamo
degli illusi: sappiamo che, nonostante tutti i nostri sforzi, il
contributo che diamo noi personalmente è quasi trascurabile. Per
questo il nostro obiettivo principale non è quello di raccogliere
fondi da devolvere in beneficenza, tanto per sentirsi a posto con la
coscienza, bensì quello di ricordare ogni volta, a tutte le persone
che incontriamo, quel messaggio: nessuno di noi ha deciso dove
nascere.
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