venerdì 1 novembre 2013

Razzismo, si grazie!

Sono certo dei due i tipi di reazione che potete aver avuto alla lettura di questo titolo: "Ma come si può permettere a certa gente di scrivere certe cose su un blog di così alti valori morali?! Dov'è finita la buona vecchia e sana censura? Che indecenza!!"; oppure: "Ooolà! Finalmente una persona che non si nasconde dietro false ipocrisie e dice la verità delle cose, neri, albanesi, marocchini fora da qua! Culattoni, o simili, fuori dalla città dei sani! Questi sono i veri fardelli sociali! E coglioni tutti quelli che dicono diversamente".
Ecco, forse era meglio dire "spero". Si, spero che queste siano le reazioni, che ci siano delle reazioni; anche se tutto mi fa immaginare che la reazione media alla lettura ciò sia stata un semplice: "ah, guarda te" ed un immediatamente successivo click per aprire qualche altra pagina indifferente. Si perchè sembra essere proprio questo l'epiteto più adatto a quello che si definisce uomo, indifferente.
Nessuno sgomento, nessuna passione, niente. Flaubert ha provato tutta la vita a scrivere un romanzo sul nulla, ma non avrebbe mai potuto farcela, per una semplice ragione: non era abbastanza colmo di vuoto come quelle persone che  accennano alla sofferenza per la morte del vicino (magari visto due volte) o di un ragazzo reso martire dai media, così da evitare qualsiasi azione con un alibì valido come il dolore. Non sto dicendo che la sofferenza sia sempre falsa, che non si abbia il diritto di provarla o che tutti dobbiamo agire per un bene supremo e maggioritario; sto solo cercando di dire che ci sono mali più grandi che noi stessi promuoviamo ogni giorno, ad esempio, sfruttando, indirettamente, i bambini costretti a produrre vestiti o quant altro possa soddisfare il nostro ego, o gettando nella pattumiera scarti di cibo; però ogni volta che facciamo cose del genere non proferiamo, con aria lievemente rattristata, un "poveretti" come facciamo invece quando il telegiornale ci racconta di un ragazzo ucciso da un proiettile sparato per noia, mentre faceva jogging; o quando un altro viene brutalmente aggredito dalla polizia per aver pronunciato "qualche parola di troppo".
Ma no! Non sto parlando del male insito nella società moderna o di massa, non è un articolo no global o di riarsa sessantottina! L' indifferenza credo possa essere considerato un attributo sociale da sempre, o per lo meno da quando l'uomo esiste. 
Questo è il razzismo di cui parlavo, non di neri, gialli o mori; non di gay, trans o eterosessuali; è proprio l'uomo, in special modo quello bianco (forse per condizioni storiche, sicuramente non genetiche), a disgustarmi. La stessa razza che con la romanità ha sottomesso violentemente tutto il mediterraneo, che con i conquistadores ha massacrato gli indios, che ha invaso la patria natìa degli indiani per creare L'America (stato simbolo della libertà, ha ha!); e che ora subisce una controondata, peraltro non violenta, di immigrazione, lamentandosi in ogni modo perchè la propria terra non dev'essere "invasa", perchè sotto sotto, anche inconsciamente, siamo tutti convinti di possedere veramente una terra e non che sia essa a possedere noi.
Vabbè, poco male, il passato, come dice il termine stesso, è passato. Ma il problema sta nel fatto che anche l'oggi sembra "passato" , solo sotto altre forme ed alle guerre sul campo si sono aggiunte quella in borsa che uccidono senza dover avere il coraggio di premere un grilletto in faccia alla vittima; per un po' di petrolio, per un po' di terra, per sottrarre alcuni anni di vita ad alcuni sperando così da aggiungerli alla speranza di vita d'altri.
"Ma che palle, te lo sei detto da solo, è un male atavico e per ciò va bene così, basta!" potete benissimo dire ciò e sarebbe anche giusto, se solo non fosse un'idea, completamente, sbagliata.
 Questa è la realtà! E la realtá, a differenza degli astratti problemi filosofici, cambia nel tempo, almeno dovrebbe. Il guaio è che fin'ora ne è cambiato solo il riproduttore, spostando il disco da un mezzo all'altro; forse con un formato nuovo, certo, ma pur sempre la stessa musica abbiamo ascoltato. 
Si suol dire che le persone cambino nel tempo, ed è vero, ma bisogna stare bene attenti alle parole, che trascuriamo troppo spesso. Il termine persona deriva dal latino (che a sua volta lo prende dal greco phersu) in cui non indica l'essere umano, bensì la maschera, il personaggio che un attore, impersonava di volta in volta sul palco di questo o quel teatro. "Eeeee adesso! Che divagazione puramente erudita! vergognati" mi rispondereste se foste qui con me; be' lo sarà anche, ma, più che gli esseri umani  a me sembra non sia cambiata altro che la maschera indossata da questi, senza preoccuparsi molto di quanto le ambizioni e bramosie di epuloni trimalchioni o Des Esseintes di turno (es. briatore) danneggino il mondo.
Perciò non siate ipocriti come me, e non andate ad aggiungere altro che un minuto di silenzio alla strage di naufraghi, o alle stragi chimiche che si consumano qui e li nel mondo; ci sono tante cose da fare per riempire questo silenzio universale ed unitemporale, tante opportunità: il gruppo missionario M&C, gente affamata per strada, ci sono imbroglioni da smascherare, ci sono io da mandare a fanculo...
In fin dei conti, basta molto... 
per avere molto. 

1 commento:

  1. Mi piace la citazione dei nativi americani sull'appartenenza dell'uomo alla terra e non viceversa! E mi piace moltissimo dove fai notare come oggi sia semplicissimo fare del male alle persone nascondendosi in qualche ufficio della borsa o di qualche grande azienda, praticamente anonimi, vigliaccamente e senza onore, senza dignità. Questo secondo me è uno degli aspetti più gravi della società globalizzata e iper-tecnologizzata che si sta consolidando: la perdita di quei valori considerati meno importanti, come appunto la dignità, il prestigio, l'integrità, la coerenza. Odio quindi la superficialità, il menefreghismo, l'ignoranza di quelli che dicono "che pena quei poveri cuccioli di foca massacrati" mentre scartano la merendina fatta con grano ogm di coltivazioni trattate con pesticidi tossici e cancerogeni che distruggono interi ecosistemi, dolcissimo cioccolato raccolto da dolcissimi bambini analfabeti, incartata nella bella confezione di plastica colorata che con ogni probabilità finirà in mare a degradare lentamente, uccidendo chissà quanti organismi... Non vorrei passare per il re degli ipocriti: sappiate che io sono il primo da convertire.

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